Running clinic: prevenzione e recupero
Molti podisti sanno come gestire i propri disturbi, ma si è veramente capaci di distinguere un affaticamento, da quello che deve invece essere sottoposto ad indagine?
L’insorgenza del dolore
Le componenti passive
Ovvero l’alterazione della biomeccanica osteo-articolare. Le articolazioni al loro interno hanno degli scivolamenti e dei rotolamenti che garantiscono loro un movimento completo e piena funzionalità. Un’alterazione di questa meccanica interna, definita artrocinematica, può portare a sovraccarico, gonfiore e dolore.
Le componenti attive
Ovvero la coordinazione neuromuscolare. I muscoli del bacino e di tutto l’arto inferiore devono coordinarsi per permettere l’avanzamento del baricentro del podista ottimizzando le tensioni visco-elastiche dei tessuti e le forze che agiscono sulle articolazioni. Un’inadeguata coordinazione muscolare aumenta lo sforzo muscolare, quindi il dispendio energetico, ed espone le articolazioni a sovraccarico, gonfiore e dolore.
la metodologia di allenamento
Che comprende pratiche come lo scarso recupero, l’eccesso di carico, l’errato volume di lavoro etc.
I parametri da tenere in considerazione sono vari. I tempi di recupero forse sono l’aspetto meno considerato, ma uno dei più importanti. I tessuti hanno tempi di recupero diversi. Una metodologia di allenamento che non rispetta i tempi di recupero non permette di sfruttare al meglio “la super compensazione” indebolendo i tessuti nel tempo (ad esempio i tendini), invece di rinforzarli.
Affaticamento o infortunio?
Il dolore muscolare durante la corsa potrebbe essere normale, mentre deve destare sospetto quando ha una di queste caratteristiche:
- Dolore, su una scala da 0 (nessun dolore) a 10 (massimo dolore), di 3 su 10 durante la corsa
- L’insorgenza di dolore trafittivo
- Dolore che sveglia durante la notte
- Dolore persistente che peggiora durante la corsa
- Dolore persistente nella stessa area ogni volta che si corre
Se la il tuo dolore ha una di queste caratteristiche allora hai bisogno di un fisioterapista.

Il ruolo del fisioterapista
analizzando lo schema motorio della corsa: le fasi del movimento
Individuando eventuali criticità a carico di piede/caviglia, ginocchio, anca/bacino
valutando lo stato di salute dei tessuti: cartilagine, tendini, muscoli
consigliando esercizi specifici e personalizzati volti a migliorare la coordinazione, lo schema motorio ed evitare il sovraccarico dell’apparato muscolo-scheletrico
calibrando i tempi di recupero e il ritorno progressivo all’attività
Gli errori più comuni
Il nostro cervello, per essere più precisi la nostra corteccia motoria, «pensa» in termini di movimento e non di muscoli.
Un muscolo che in una determinata condizione eroga una certa quantità di forza, non da garanzia che il corpo possa usare quella forza in tutte le situazioni, quindi spesso si parla di rinforzo muscolare erroneamente. La valutazione deve tenere conto della forza muscolare, ma nella maggior parte dei casi è necessaria una rieducazione al movimento invece di un rinforzo muscolare specifico.
Ripetere un movimento sbagliato un’innumerevole quantità di volte è alla base del sovraccarico/infortunio sportivo o può pregiudicarne il recupero.
Non si tratta ad esempio di fare esercizi di riabilitazione per il ginocchio perché il ginocchio va considerato in relazione all’anca, alla caviglia e a tutti gli altri fattori che ne determinano il funzionamento e il potenziale sovraccarico.
Spesso si vedono podisti con inutili tutori, più o meno strutturati, che cercano di alleviare i loro sintomi per continuare a portare avanti la loro passione: la corsa. In molti di questi casi è evidente che il problema non risiede nella zona in cui il tutore viene posizionato, ma a monte o a valle di esso.
Questo tipo di atteggiamento non fa altro che alterare sempre di più il movimento, modificando lo schema della corsa e sovraccaricando il sistema e complicando un eventuale recupero.

Conclusioni
Le problematiche correlate al gesto motorio devono essere inquadrate ed analizzate da un fisioterapista con una specializzazione nell’analisi del movimento e con una formazione specifica nell’esercizio perché è la figura più competente in materia.
Non sottovalutare i tuoi sintomi, da una banalità può nascere un problema.