Trattamenti fisioterapia per piede e caviglia
La problematica più comune è la distorsione di caviglia, chiamata comunemente “storta”. Può essere associata a frattura, ma anche senza lesioni ossee non deve essere sottovalutata perché può essere causa di algodistrofia o di alterazioni di movimento.
Il piede e la caviglia sono un distretto molto importante perché sono il primo punto di contatto con il terreno e quindi influenzano il trasferimento delle forze che dal terreno arrivano al resto del corpo. La cattiva gestione di queste forze può contribuire a creare sovraccarichi, traumi e dolore.
Oltre la storta, tra le principali cause di dolore e problematiche che coinvolgono piede e caviglia troviamo: tendinopatie, lesioni muscolari o legamentose, sindrome del tunnel tarsale e lesione del tendine d’Achille. A queste si aggiungono l’osteo-artosi e le fratture, che necessitano di trattamenti specifici per permettere un recupero ottimale del movimento dell’articolazione.
In ogni caso, è sempre bene evitare autodiagnosi e cure fai da te.
Rivolgersi ad un fisioterapista può essere il primo passo per affrontare la situazione prima che peggiori.

QUALI SONO LE PRINCIPALI PROBLEMATICHE DEL piede e della caviglia
Osteo-artrosi
La causa dell’osteoartrosi (comunemente chiamata “artrosi”) non è ancora nota, ma si pensa che l’eccesso di carico e lo stress articolare dovuto ad uno stile di vita che sfrutta in modo eccessivo le articolazioni possa contribuire in modo determinante a questa patologia. L’osteoartrosi è il risultato di vari fattori che conducono alla degenerazione strutturale e funzionale dell’articolazione coinvolgendo i muscoli, l’osso sub-condrale e tutti i tessuti dell’articolazione: non solo la cartilagine.
Frattura
A seguito di un periodo di immobilizzazione, preceduto o meno da un intervento chirurgico, si inizia un percorso di riabilitazione post-chirurgica o post-traumatica per recuperare la funzionalità perduta.
Chirurgia
Quando a seguito di un trauma, della presenza di una grave osteo-artrosi, o di una necrosi è necessario un intervento chirurgico è indispensabile avvalersi della fisioterapia post-chirurgica per recuperare una corretta funzionalità ed eliminare le aderenze che si formano spontaneamente nel post-intervento.
Tendinopatie
La microscopia ottica di pazienti operati per dolore tendineo ci ha rivelato che c’è un’alterazione strutturale del collagene del tendine alla base della patologia. Il miglior trattamento possibile è tramite la rimodulazione dei carichi, i tempi di recupero e la progressione di allenamento.
Lesioni muscolari
Il retto del femore, l’adduttore lungo, i flessori del ginocchio e il gemello mediale sono i muscoli più colpiti.
Il 12-16% di tutti i traumi riscontrati tra i giocatori di calcio professionisti d’Inghilterra sono riconducibili a questi tipi di lesione.
Di tutti i più comuni infortuni sportivi, le lesioni muscolari hanno uno dei più alti tassi di recidiva: 48% degli infortuni. Questo probabilmente perché non si imposta un percorso riabilitativo attivo, dosato e programmato scientificamente, rispettando quelli che sono i tempi di guarigione dei tessuti coinvolti.
Lesioni legamentose
Distorsione
È una torsione della caviglia che traumatizza i tessuti molli della caviglia (capsula articolare, legamenti e cartilagine) e può coinvolgere anche l’osso. Se le forze in gioco durante la torsione non creano lesioni, una volta risolto il gonfiore, il dolore e ripristinato un buon sostegno e controllo della caviglia si ha un completo recupero. Se altri tessuti sono coinvolti l’iter riabilitativo varia a seconda dei tessuti coinvolti.
Sindrome del tunnel tarsale
È causata dalla compressione di una diramazione del nervo sciatico, il nervo tibiale posteriore, nel suo passaggio nel margine interno della caviglia tra malleolo e calcagno, in uno stretto spazio chiamato tunnel tarsale. È simile al tunnel carpale del polso. Il paziente lamenta dolore, formicolio, intorpidimento, bruciore o scosse elettriche. Solitamente i sintomi sono localizzati nel margine interno della caviglia, ma possono interessare il tallone, il piede e anche il polpaccio.
Lesione del tendine d’Achille
È uno dei tendini più grandi del nostro corpo e collega il polpaccio al calcagno. Nonostante sia molto resistenze può andare incontro ad una lesione parziale o completa, con conseguente incapacità di camminare. La sua rottura è frequentemente associata ad un rumore secco, come quello di una frustata e il paziente avverte come un colpo, una sassata, nella zona della lesione. E’ più frequente nelle persone di mezza età che praticano sport saltuariamente, senza avere un allenamento adeguato. Micro-traumi ripetuti, uso di cortisonici o di certi antibiotici possono indebolire il tendine e contribuire alla sua rottura.
Algodistrofia
Altresì nominata sindrome da dolore regionale complesso o CRPS in inglese, si verifica solitamente dopo un trauma. Può essere dovuta ad un’immobilizzazione (tutore o gesso) oppure ad una lesione di un nervo, ma non sempre la causa è evidente. Comune è il dolore urente, pizzicante ed intenso nell’area compita dal gonfiore che è spesso presente. Si può associare una ipersensibilità al tatto (dolore alla sola pressione leggera), cambio della temperatura, del colore e della consistenza della pelle, rigidità articolare, spasmi muscolari e conseguente disabilità.
Fascite plantare
Caratterizzata dall’infiammazione di una spessa fascia fibrosa (fascia plantare) che attraversa la pianta del piede, dalle dita al calcagno, con funzione di sostegno e di spinta. E’ associata tipicamente ad un dolore puntorio molto forte al tallone o alla pianta del piede nei primi passi effettuati, al mattino, dopo il risveglio. Durante la giornata con il movimento il dolore diminuisce, ma può ripresentarsi dopo lunghi periodi in piedi o quando ci si alza dopo essere stati seduti.
COME PUò AIUTARTI LA FISIOTERAPIA
In caso di chirurgia o di frattura sarà indispensabile un percorso riabilitativo personalizzato post-chirurgico o post-traumatico. Se un’articolazione subisce un trauma oppure viene operata e/o immobilizzata tende a formare aderenze. Se queste non sono gestite correttamente possono portare ad una limitazione del movimento, dolore e disabilità. Nella riabilitazione, la mobilizzazione precoce serve proprio a scongiurare la formazione delle aderenze. Il recupero di forza, flessibilità, propriocezione e coordinazione completano il piano di trattamento.
In tutte le altre problematiche sopra elencate la giusta combinazione di terapia manuale, medicina osteopatica e medical training therapy (MTT) saranno la base per un buon recupero.
La MTT permette di rinforzare i tessuti, fornendo loro gli stimoli ottimali con una progressione scientificamente programmata di carico. Tessuti più resistenti e miglior propriocezione consentiranno di ridurre al minimo il rischio di recidive.
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